Questa creatività nostra costretta
tra gesti in quotidiana indifferenza,
stimati indispensabili e mai studiati –
premere un tasto, sfiorare un interruttore,
azionare un pulsante, girare una chiave,
sospingere un pedale, bloccare un flusso,
ruotare una maniglia o un rubinetto,
protestare per estimi fatti esosi,
per tradimento di ruffiane cedole –
cerchio che assedia l’àpate durata
di corpi ormai ridotti ingenerosi,
di menti pervertite e pervertenti.
E dunque i nostri romanzi e i nostri poemi
offrirli a occasionali avventori impratici
delle cogitazioni problematiche
per cui proruppero, come mature feci
da un organismo nutrito saggiamente,
da schiavi mantenuti in lussuosa stanza…
Ma pensi a essenza e tono di distanti
creatività accampate in interstizi
con eroica bravura conquistati
da menti fervide in più fragili organismi
ponendo i sensi in quotidiano studio
dei moti e suoni tramati in uno spazio
comune, di naturale offerta e scambio –
fracasso di dure ruote su acciottolati
sconnessi, ragli nitriti zoccolii di bestie
partecipi degli umani impegni e fremiti,
colpi di scuri su stagionati tronchi,
sfrigolio di ramaglie nei camini,
crepiti di stoviglie di altra tempra,
discreto chiocciolio di acque raccolte
o versate, crepitio di legna ardente
nelle sere, fruscio di fredde ceneri
spazzate all’alba e riposte per lavaggio
di biancherie domestiche e usurate…-
E infine se misuri il modesto divario
di condizioni e di mansioni, gli esiti
della parola scritta o proclamata
in tempi e luoghi che ti paiono contigui,
avverti in ben altre distanze di tempi e luoghi
i sonanti essudati delle anime
fondersi con spontanea naturalezza,
gli estremi speculati serrarsi e giungersi,
masserizia essenziale al sopravvivere
del messaggio, non più della persona:
allora balbulus Notker quando transita
a San Gallo sul ponte, scruta l’abisso
e strepita: ‘Media vita in morte sumus!’
(ah, Notker, quale fiducia in noi trasfonde
la sequenza, rioccupandoci nel trascorso!…)
è ancora Li T’ai Po che dalle balze
del Monte Lu scorge fulgenti andare
gli spiriti dei Beati, con in mano
fiori d’ibisco, alla Città di Giada…
(13 novembre 2003)