La funesta scorribanda
dell’esotico uragano
che attraversa i continenti
e frantuma architetture
dell’umana intraprendenza
forse amalgama e reintride
nella macina del tempo
le incidenze persuasive
che hanno effuso altri esistiti?
Li T’ai Po che un bel mattino
sale ai Cinque Monti Sacri
a cercare gli Immortali
che con fiori d’ibisco in mano
vanno alla Città di Giada
tra iridate nubi e nembi
mentre l’acqua del Fiume Azzurro
laggiù va e non fa ritorno;
Notker – balbulus et edentulus,
bibliotecario e hospitarius –
che a San Gallo sporge il capo
dalla spalletta del ponte
sull’inorridente abisso
ed intona la sequenza
Media vita in morte sumus,
quem quaerimus adiutorem?...
Ecco, il nostro occhio e l’orecchio
nel frastuono urbano hanno
sperso in favole stranianti
le risorse naturali!
Mira in alto o scruta in basso,
scegli: o inerte e poi plagiato
o rinchiuso nella torre!…
(30 ottobre 2003)