(a Danny Ferrone, per la sua sfida alla FC nel Triathlon…)
Wonderful landscape, Danny Ferrone,
questo cortile cosmico entro cui i minimi
chimici ingredienti il vortice spinge ed anima
oltre la piatta tabella di Mendeleev
sinché in solidali organismi non si aggregano!…
Eppure in tale miriade di perfettibili
– tra cui cercheresti invano il Perfetto e l’Unico –
spessola Mente boriosa, ben impancata
sul vertice cervicale, convince i soggetti
a rinnegare l’etica per cui giunsero a vita.
Per fare viaggio in paesaggi naturali
consiglia contachilometri testati
per formidables vitesses e che mai andranno in tilt;
convince ad accasar figlie con ricca dote
che altri sperpereranno in bordelli e bische;
boriosi Alfieri incita a ingaggiar guerre
assurde che tuttavia dànno lustro alle armi…
Mentre dal Tibet un Lama sollecita: “Tieni
fraterno quotidiano dialogo con tutti i tuoi organi
se vuoi dar giusto senso al tuo sopravvivere!…”
chi innesta ance e pistoni sull’esile canna
del flauto pastorale, chi escogita musiche
vibranti di più strenue, estenuanti nuances,
azzarda che il prossimo Orfeo potrà trarre Euridice
dal buio gorgo che la tiene ostaggio…
Ben più virtuosa inclinazione, dunque,
quella per cui hai addestrato il tuo diaframma
a flettersi per dar spazio al nutrimento
aereo degli alveoli più reconditi
nel complesso vitale di cui hai governo,
Danny Ferrone, unico atleta capace di
stravincere una gara ancor prima di correrla.
Sì, all’ospite occasionale tu offriresti
porzione generosa di un pasto frugale!…
E dunque poiché il tuo gesto ben rappresenta
che l’energia con cui il vento gonfia la vela
e incalza l’onda finché non si esalta in spuma,
è un bene impagabile, sì, ma comunque gratuito
e posto a disposizione di chiunque,
formoso ereditiero o rampollo gracile,
dico che, ben appunto trasvolando
lungo secoli di storia furente o annoiata,
questo glorioso Triathlon con cui attraversi
regate insulse di nababbi ereditieri
dovrebbe lodarlo Pindaro con un suo epinicio.
“Ma come – dirai – connettendo pretesto e metafora?…”
Così: ammonendo che l’arte deve ordire
non bolse melopee della condizione
ma energici incitamenti a sovvertirla,
sospingerla all’alternativo perfettibile!…
(Cori, 14 settembre 2009)