Dove Fjodor descrive Serov delinea
le drammatiche volte dell’esistere.
E non dovremmo, credo, discettare
con tanta bonomia – segnando i punti
in cui la accorta dialettica non coinvolge
la nostra stessa mano ad armarsi di scure,
il nostro stesso cervello a soppesare
gli alibi provvisori o le urgenti difese –
del delitto gratuito e comunque inspiegabile
di Raskolnikov, emblema e reperto di un mondo.
Dove Fjodor descrive Serov delinea
le drammatiche volte dell’esistere.
(16 marzo 1998)