Non far poesia della prima soluzione
scorta al problema flessibile o severo;
anche, anzi più!, se incrocia e se si avvinghia
tenacemente con tutti i suoi elementi.
Rammenta la strepitosa trascendenza
che ogni generazione e che ogni età
vanta su quella che l’ha partorita
con travaglio, tra entusiasti o tra indifferenti.
Non sperare nell’avvento di alcun ‘meglio’
in cui si fondi memoria del tuo ‘peggio’;
e impegnati ad emendare anche la gnomica
che, irresponsabilmente, ti sto porgendo,
puntando a un terreno ben saldo tra essa e il tuo
risentimento, in questo caso ben motivato…
(Tombolo di Ceniglia, 9 ottobre 1995)