La tavola rotonda si terrà
nel fresco parterre erboso del Castello
in cui Lucrezia Borgia soggiornava
per congegnare veleni micidiali
da dispensare ad amanti rinnegati
o a fastidiosi amici degli amici…
I canuti vegliardi musicisti
dopo la lenta scalata per vie strette
del borgo, emersi, si sbaciucchiano ed abbracciano
e molto allegramente si interpellano
sugli ultimi prodotti dei loro ingegni
anche estasiando le querce vigorose
silenziose centenarie spettatrici…
“Disagio del moderno compositore!…
– sento uno esclamare – E’ il ‘carisma malato!’
Noi siamo musicisti, non missionari!…
Il materiale trasmette la vicenda
del suo prodursi. Il pubblico, semmai,
provveda ad adeguare accortamente
la propria appassita capacità di ascolto…”
E, rassegnato, si rassetta sullo scranno…
Oh, ingenua fantasia di mia adolescenza,
l’attesa trepidante di quel ‘genio
dagli occhi di tiranno’, emersoniana
invenzione, trepida attesa, auspicio
di Chi, potente a instradare in proficui percorsi,
gli aneliti scomposti o temerari
espressi in un intermezzo farraginoso
da alcuni avventurosi suprematisti!…
Ora masnade di cani, in notte buia,
trasmettono con foga esasperante
le loro inestricabili proposte;
ed è da dubitare che consentano
qualche indulgenza per nostre nostalgie…
(2 giugno 2000)