In questo raro vacuolo del mio massiccio

classicismo conviene – oh, sì!…-  far spazio a questa postilla.

E’ il mio idillio segreto conla Sublime

Vedova ciò che qui ho inteso scolpire nei suoni;

è il casto sentimento che mi invase

dal giorno che la mia scarpa di viaggiatore

instancabile mi trasse dalla nativa blaue Erde (1)

in Bilkestrasse, a Dusseldorf. Recavo stretti

sotto il mio braccio i fogli e gli effluvi ambracei

delle mie quattro Ballate opera 10.

Tra scalpiccii e stridi di infanti festosi

dal suo alambicco Robert distillava

gli psichici filamenti della gloriosa

sua protensione dell’arte nella vita;

ma, già volgendo a estenuarsi la sua fibra,

in ogni giorno e ora di quell’impagabile

soggiorno in strenua confidenza e dialogo,

sorto istantaneo acquistava tenacia ferrea

nel mio animo l’impossibile sentimento

sospeso tra opposti poli di cuore e mente.

Si, un giorno non molto lontano, canticchieranno

con voce tremula, per feroce risentimento

sù dai precordi della razza antica,

fanciulle, fraulein, dame viennesi appena

divincolatesi dal lubrico abbraccio

di un tracotante fante vittorioso

di una Rossa Armata, questi motivi;

illuse di muovere passi lungo un sentiero

provvidenziale disposto da una mia arte,

tempestiva nei moniti, lungo i varchi

lasciati dai dignitosi casamenti

per riscatto futuro del loro sesso

orrendamente profanato.  E dunque,

sveltamente raccolte le macerie

e ricomposti nell’antico ordine

chiese barocche e arroganti monumenti,

a ogni capo d’anno ben pettinate

e ben avvolte in monture spumeggianti,

in ben più frivoli walzer si inebrieranno

o lanceranno in volteggi bastarde eredi.

 

E forse per aver posto radici l’equivoco

di quelle volontaristiche redenzioni

di animi e di corpi ormai distratti

per sempre da quanto per secoli si è detto

nutrir valore entro la linea-sgorbio

tracciata come confine all’intraprendenza

ancora sensata, dal gretto epicureo,

meno barbuti ma ben più ridicoli musicanti,

immemori di quale trafila dall’ancestrale

al civile ha percorso l’Orda barbarica,

di éra in éra raffinando ritmi e sensi,

pretenderanno di esprimere in cerebrali

complessi rumoristici e ossessivi

ridicole protensioni in un innanzi

che pure sapranno vacuo e impercorribile:

beati dell’applauso che al proditorio

renderanno nuovi esegeti e spettatori

della terrestre convenzionale estetica

in asettici teatri, in fumosi saloon…

Da tali Matres Matutae (2) le Neue Bahnen!(3)

 

(6 settembre 2006)

(1) E’ la c.d. terra azzurra da cui, lungo la costa del Baltico, si cava l’ambra.

Corrèla l’evocazione delle Matres Matutae (2) con la determinazione a classicismo orgogliosamente dichiarata nel secondo verso dal personaggio…

(3) Sornione – e malizioso…- richiamo del titolo dell’articolo con cui, nella sua  Neue Zeitschrift fur Musik, Robert Schumann annunciava al mondo della musica, il 28 ottobre 1853,  la scoperta del genio bramhsiano…