Appena concluso l’abbozzo la bella intuizione
ti sembra da te tradita con mano incerta,
i segni sul bianco supporto ti appaiono appena
indizi precari di una entusiastica infatuazione
toccata a un bimbo appena destato dal sonno,
balenata a un anziano ormai smagato e scettico.
Eredi di dèi gaudenti e compromessi,
infaticabili trasvolatori tra mare e cielo
e indifferenti ai terrestri residuati
del loro ardimento ginnico e dialettico,
ne tentiamo caparbia imitazione,
di cibi degradati facciamo alimento.
(19 aprile 2005)