…Una stitica poesia
ben solubile in meningi
impigrite dal frastuono
di meccanici trasporti;
sillababile, incompromessa,
quasi chicchera zuccherosa
nelle fauci di un obeso,
apre lande sterminate
per le corse forsennate,
in vitesses irrefrenabili,
di ermeneutiche ciarliere;
stregoneccio del vacuo e inutile,
adattabile e servizievole
buona chance per chi ben gode
nello sciocco rinnegamento
del suo imprinting fisiologico,
dei suoi obblighi ecologici…
(Cori, 12 ottobre 2009)